Al grido di #Futuroallavoro, Cgil, Cisl e Uil scenderanno in piazza il 9 febbraio contro la legge di Bilancio del governo. I sindacati confederali ritengono insufficienti le misure dell’esecutivo. Il segretario della Cgil Emilia Romagna Luigi Giove: “Il clima sta cambiando perché lavoratrici e lavoratori si accorgono che la manovra non risponde ai loro problemi”.

Futuro al Lavoro: i sindacati in piazza contro la legge di bilancio

Saranno almeno 10mila i lavoratori, le lavoratrici e i pensionati che partiranno dall’Emilia Romagna in direzione Roma. Qui, sabato 9 febbraio, Cgil, Cisl e Uil daranno vita a #Futuroallavoro, una manifestazione di protesta contro la legge di Bilancio del governo giallobruno.
Ai nostri microfoni Luigi Giove, segretario della Cgil dell’Emilia Romagna, sintetizza le ragioni della mobilitazione: “È una manovra assolutamente insufficiente, non crea i presupposti per la crescita e lo sviluppo, non fa investimenti in sanità ed istruzione e le principali misure rispondono a logiche elettorali ed assistenzialistiche, ma soprattutto non creano occupazione”.

In particolare, in questi ultimi giorni sono stati in tanti e da diverse direzioni a criticare il reddito di cittadinanza. Per sindacati e Caritas i problemi sono l’esclusione di migranti regolarmente residenti in Italia e senza tetto, oltre alla penalizzazione delle famiglie numerose.
Per Confindustria, invece, il problema è rappresentato dall’entità del sussidio, che soprattutto al sud supererebbe il valore di molti salari, penalizzando la ricerca del lavoro.
“Questa mi sembra una polemica pelosa – osserva Giove – Certo, c’è il rischio, anche alle nostre latitudini, che una parte del lavoro povero, costituito da part time involontari, possa entrare in competizione col reddito di cittadinanza“. La risposta, secondo il segretario regionale della Cgil, dovrebbe invece essere un intervento robusto sui salari.

Per i sindacati, il governo avrebbe dovuto mettere in campo una robusta iniziativa di investimenti, che generi occupazione, crescita del pil, ma anche che determini le condizioni per la crescita per il futuro.
“Voglio ricordare che il nostro Paese è in recessione – sottolinea Giove – non solo per questioni internazionali, ma anche per ragioni interne, cioè il calo della domanda determinata proprio dai bassi salari”.

Le principali misure del governo, come lo stesso reddito di cittadinanza e quota 100, però, hanno creato molte aspettative in vasti settori della popolazione, determinando anche la crescita del consenso dei partiti al governo. I sindacati non incontrano problemi nel chiamare una mobilitazione proprio adesso?
Secondo Giove no: “Anzi, sta crescendo l’attenzione verso i temi che poniamo. Il clima sta cambiando velocemente, perché lavoratrici e lavoratori si informano sui contenuti di questa manovra e scoprono che le risposte troppo spesso non ci sono“.

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