Un nuovo regalo del governo Renzi alle banche. Con il dl 59 del 3 maggio 2016 sarà più facile e veloce per una banca espropriare una casa pignorata a causa dell’insolvenza sul mutuo. Protestano gli ufficiali giudiziari, tagliati fuori dal decreto. Il rischio è che si allarghi il numero dei senza casa.

Non bastava ciò che accade ogni anno, cioè 86mila sentenze di sfratto, 36mila esecuzioni annuali di sfratto attraverso la forza pubblica e 150mila richieste di sfratto. E nemmeno la ricerca di Nomisma, che rivela come 1.600.000 famiglie italiane vivono il disagio abitativo. Ad allargare potenzialmente il numero dei senza casa in Italia, ora, è arrivato il decreto legge 59 del 3 maggio 2016, attraverso il quale il governo Renzi ha velocizzato e facilitato le procedure attraverso cui le banche possono espropriare le case pignorate a proprietari che non sono riusciti a pagare il mutuo.

La nuova norma ha già sollevato le proteste degli ufficiali giudiziari, che vengono completamente tagliati fuori dalle procedure e che denunciano uno sbilanciamento di potere in favore degli istituti di credito, con la riduzione delle garanzie per i proprietari che si vedono la casa pignorata.
La nuova legge, infatti, stabilisce che basta semplicemente l’ordinanza di esproprio per passare direttamente all’esecuzione dello sfratto del proprietario.

Con l’accelerazione dei tempi, il proprietario si troverà in grande difficoltà a trovare una nuova sistemazione o a rispondere legalmente al pignoramento e all’esproprio.
“Il problema – commenta amaramente ai nostri microfoni Massimo Pasquini, segretario nazionale dell’Unione Inquilini – si sta trasformando sempre più in una questione di ordine pubblico ed è sempre meno una questione di diritto alla casa”.