Il progetto di accoglienza degna di Casa Don Gallo, a Rimini, non ha più la convenzione con il Comune, e sarebbe dunque costretta a chiudere. Le ragioni della mancata proroga, secondo l’Amministrazione, stanno nell’insufficienza di servizi igienici all’interno dello stabile. I gruppi che gestiscono il progetto, però, non intendono lasciare per strada le 43 persone accolte e non abbandonano la struttura.

Casa Don Gallo, Rimini. Struttura inaugurata lo scorso 24 dicembre, con il riconoscimento dell’Amministrazione riminese che ne ha affidato le sorti agli attivisti del network Casa Madiba, e che in questi mesi ha ospitato 43 senzatetto grazie al lavoro delle associazioni ‘Rumori Sinistri’ e ‘No Borders’.

L’Amministrazione dà, l’Amministrazione toglie. La convenzione con l’associazione è scaduta il 15 aprile, e quindi ‘Rumori Sinistri’ e le 43 persone accolte avrebbero dovuto abbandonare la struttura di via de Warthema. “Ci aspettavamo un riconoscimento di questa esperienza – racconta ai nostri microfoni Manila Ricci, presidente di ‘Rumori Sinistri’ –   Invece il Comune ha deciso di non prorogare la convenzione. Quindi, al 15 aprile, noi avremmo dovuto chiudere l’accoglienza“.

E come per l’associazione, le porte di Casa Don Gallo si sarebbero dovute chiudere anche per le 43 persone ospitate. “Dovevano ritornare, come ci ha consigliato l’assessore competente, Gloria Lisi, nei luoghi di provenienza”, spiega ancora la presidente di ‘Rumori Sinistri’. Quali siano i luoghi di provenienza di persone senza fissa dimora, lo chiarisce la stessa Ricci: si tratta del “binario 9 alla stazione di Rimini, che è un binario che non esiste, dove si indicano tutte le persone che dormono nei vagoni abbandonati”, ma anche dei “tanti luoghi della marginalità sociale, che sono i cappannoni della prima perfieria industriale abbandonati“.

La posizione dell’Amministrazione riminese, però, è netta. Anche perchè, sostengono i suoi esponenti, Casa Don Gallo non rispetta le norme igienico-sanitarie in quanto priva di un numero sufficiente di servizi igienici a fronte della quantità di persone ospitate. Rinnovare la convenzione, dicono, è impossibile.
Le associazioni coinvolte nel progetto di accoglienza degna non intendono però abbandonare la struttura. Le chiavi sono state riconsegnate all’Amministrazione, ma, rivela Ricci. “Abbiamo preso la decisione di non chiudere la casa di accoglienza degna. La porta della casa è aperta e attualmente ci sono ancora le 43 persone accolte”.