Il prossimo 28 maggio scade il termine dato dalla Corte Europea all’Italia per risolvere il problema del sovraffollamento e delle condizioni inumane nelle carceri. Il nostro Paese si presenta inadempiente e i Radicali presentano una memoria al Consiglio d’Europa e una denuncia a tutte le Procure italiane per individuare i responsabili del mancato rispetto della legge.

ta per scadere il tempo dell’Italia per rientrare nella legalità. È infatti fissato per il prossimo 28 maggio il termine dato dalla Corte Europea al nostro Paese per risolvere il problema del sovraffollamento carcerario e delle conseguenti condizioni inumane in cui vengono recluse le persone nelle nostre carceri. All’appuntamento il governo italiano si presenterà inadempiente e il rischio concreto è di pagare multe salatissime.
In vista della scadenza, i Radicali hanno preparato una campagna che verrà condotta anche sul piano legale, con una memoria depositata presso il Consiglio d’Europa – l’organismo chiamato a valutare la posizione dell’Italia – e una denuncia presentata a tutte le Procure italiane per individuare i responsabili del mancato rientro nella legalità.

“Nella memoria che depositeremo al Consiglio d’Europa – spiega Rita Bernardini dei Radicali ai microfoni del nostro Franco Paoletti – Oltre a testimoniare la dimensione del sovraffollamento che persiste nelle carceri italiane, prenderemo in esame anche altri aspetti, come la possibilità di cura, di studio, di lavoro, di accesso a pene alternative e l’efficacia delle leggi varate fino ad oggi per tentare di dare una risposta al problema”. Leggi che i Radicali definiscono senza mezzi termini “non all’altezza di rimediare” al problema delle condizioni disumane in cui vivono i detenuti in Italia.

La memoria, però, non è l’unico provvedimento che i Radicali hanno predisposto. Vi è anche una denuncia, seguita alla diffida presentata nei mesi scorsi, a tutte le Procure per ravvisare i responsabili della violazione dell’articolo 572 del Codice Penale contro i maltrattamenti. In questo modo le Procure dovranno verificare quali sono le attuali condizioni dei detenuti, se persistono le condizioni critiche denunciate anche dall’Europa e capire se è possibile individuare i responsabili del mancato rientro nella legalità.