243 magliette rosse, una per ogni lavoratore che rischia il posto, e caffè per i passanti. Lavoratrici e lavoratori della fabbrica di Gaggio Montano in piazza Maggiore a Bologna oggi per il loro Natale resistente. Il sindaco interrompe il Consiglio comunale sul bilancio per scendere a portare solidarietà. E annuncia: “Il 25 dicembre sarò al presidio permanente”.

Saeco: Continua il presidio dei lavoratori

È un antivigilia di resistenza quella di lavoratrici e lavoratori Saeco, la fabbrica di Gaggio Montano che realizza macchine da caffè e che rischia la chiusura dopo l’annuncio di 243 esuberi da parte della proprietà, la multinazionale olandese Philips.
Questa mattina una delegazione di operaie ed operai è scesa nel capoluogo e, tra piazza Maggiore e piazza Nettuno, ha dato vita ad un’iniziativa per tenere accessi i riflettori sulla vertenza.
243 magliette rosse e numerate, una per ogni lavoratore che rischia il posto, sono state stese sul Crescentone. Successivamente le lavoratrici hanno tirato fuori gli “arnesi del mestiere”, le macchine da caffè che producono, ed hanno preparato caffè ai passanti.

A pochi minuti dall’inizio del presidio, Virginio Merola, sindaco di Bologna e della Città Metropolitana, ha interrotto la discussione sul bilancio del Consiglio comunale e, insieme ad assessori e consiglieri, è sceso ad esprimere solidarietà con le lavoratrici Saeco.
“Verrò a trovarvi al presidio permanente il giorno di Natale”, ha annunciato Merola.
La posizione del sindaco è in linea con quella espressa dalle altre Istituzioni: non si può risolvere il problema coi licenziamenti.

Come annunciato ieri, il 18 gennaio si terrà un nuovo appuntamento del tavolo di crisi presso il ministero dello Sviluppo Economico. I vertici di Philips, che finora non sono arretrati di un passo rispetto al piano di esuberi, si sono riservati di riflettere durante le vacanze di Natale.
“Resisteremo un minuto più di loro”, afferma ai nostri microfoni una lavoratrice. Per quanto dura sia la lotta e per quanto rigide siano le temperature sull’Appennino, l’umore di operaie e operai resta alto, anche grazie alla solidarietà arrivata da tante parti, anche dal vescovo Zuppi.