A sei mesi dai fatti di Ayotzinapa, durante i quali trovarono la morte 6 studenti della scuola rurale “Raul Isidro Burgos”, e altri 43 scomparvero, con una chiamata transnazionale si rievocano quei giorni, per chiedere verità e giustizia. Anche Bologna aderisce alla chiamata per Ayotzinapa: “lo stato messicano continua ad evadere le domande che il popolo gli pone, oggi siamo qua per dire che non abbiamo dimenticato e vogliamo risposte”.

26 settembre 2014 – 26 marzo 2015. Sono passati esattamente sei mesi da quando il Messico ha vissuto una delle giornate più tristi della sua storia.
Nella scuola rurale “Raul Isidro Burgos” di Iguala, nello stato di Guerrero, 6 studenti furono uccisi e altri 43 scomparvero.

Tutte le responsabilità di quei fatti non sono ancora state acclarate, ma tutti gli indizi hanno subito individuato nei narcotrafficanti del cartello Guerreros Unidos gli autori di quel massacro. E non è passato molto perchè gli stessi indizi portassero a identificare la complicità della polizia messicana.

Ad oggi, di certo, c’è poco. Delle 43 persone scomparse non c’è traccia, ma il ritrovamento di alcuni resti umani nei pressi del teatro del massacro, e svariati altri indizi, hanno condotto la magistratura messicana a dichiarare di avere la “certezza giuridica” della morte dei 43.

A sei mesi da quei fatti, il mondo si mobilita per ricordare, ma soprattutto per chiedere verità e giustizia su quanto accaduto.
Anche Bologna ha aderito alla chiamata, con “Bologna per Ayotzinapa”, che “ha riunito persone di diversa provenienza, accomunate tutte dall’interesse per il Messico, per far sentire una voce di solidarietà e di appoggio – spiega Giulia, di Bologna per Ayotzinapa – Bologna ora fa parte di questa rete europea che, unita, insieme, guarda al Messico con apprensione e con preoccupazione, ma anche con la speranza di poter cambiare le cose”.

Ricordare, dunque, ma senza con una precisazione: “il governo italiano e l’Ue, artefici di riforme neoliberiste del tutto simili a quelle applicate in Messico da Peña Nieto, hanno fatto finta di non vedere per difendere gli importanti trattati commerciali siglati con il Messico”, precisa in una nota Bologna per Ayotzinapa.

“Negli ultimi otto anni, il numero dei desaparecidos [in Messico, ndr ] ammonta a 27 mila – rivela ai nostri microfoni Francesca, anche lei di Bologna per Ayotzinapa – i 43 studenti scomparsi sono solo gli ultimi di una lunga serie”.

“A Bologna è stato scelto di fare questa azione in università – conclude Francesca – anche perchè noi chiediamo e pretendiamo che la stessa università di Bologna si esprima in merito a quanto accaduto“.