In occasione della “Giornata della Memoria” il capoluogo emiliano si prepare a ricordare le vittime degli orrori dell’Olocausto. Molte le iniziative in programma già da oggi.

Settanta anni fa l’Armata Rossa apriva i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz, svelando al mondo l’orrore della macchina di distruzione di massa organizzata dai nazisti. Quindici anni fa, il Parlamento italiano istituiva il giorno della Memoria, per ricordare lo sterminio e le persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti.

Tantissime le iniziative promosse dal tavolo istituzionale bolognese, che unisce Comune, associazione ANED, ANEI, Comunità Ebraica di Bologna, Fondazione Museo Ebraico, Istituto Parri, Università e Ufficio scolastico regionale per ricordare una delle pagine più drammatiche della storia dell’umanità. In un momento in cui si cominciano a perdere i testimoni del tempo, si pone con forza la necessità di impegnarci noi stessi ad assumere questo ruolo, non solo per tramandare gli orrori che i sopravvissuti hanno raccontato ma anche per contrastare i segnali di odio e di disprezzo che attraversano le nostre vite. E’ stato questo, ieri, il messaggio del Presidente della Comunità Ebraica di Bologna. Per questo motivo quest’anno si è scelto di dedicare questa importante commemorazione ai bambini, riflettendo in particolare sulle ricadute dell’Olocausto sulle giovani generazioni.

Il 26 gennaio in Consiglio comunale si svolgerà la “seduta solenne”, dove si terrà un “appello” simbolico nel corso del quale gli studenti di alcuni istituti superiosi bolognesi risponderanno in nome di quei bambini che furono esclusi dal contesto scolastico cittadino in seguito all’applicazione della legislazione razzista in Italia (1938). Questa iniziativa inaugura un accurato percorso di ricerca sul destino di quei bambini, indagando come questa discriminazione abbia inciso sulle loro singole vite. “Parlare di numeri senza tenere in conto la storia personale delle vittime le spersonalizza facendo il “gioco” dei carnefici”, spiega il direttore dell’Istituto Parri Luca Alessandrini. Per il 29 gennaio l‘Istituto Parri promuoverà inoltre il convegno “Processare i carnefici. Crimini contro l’umanità e diritto penale” nel quale si analizzeranno i nuovi scenari aperti dai processi degli anni 2000 ai carnefici dell’Olocausto, che per la prima volta hanno visto la condanna di soldati semplici rei di aver obbedito ad ordini illegittimi.

Il Museo Ebraico dal 23 gennaio all’ 8 marzo ospiterà l’allestimento artistico “Corteccia” di Federico Govi, mentre il 25 gennaio inaugurerà la mostra “Lezione di Razzismo- Scuola e libri durante la persecuzione antisemita in Italia”, nella quale saranno esposti quaderni e libri scolastici di epoca fascista, simbolo dell’indottrinamento dei più piccoli all’antisemitismo e all’intollerenza per il “diverso”.  La mostra sarà presentata dallo storico della letteratura per l’infanzia prof. Faeti con un intervento dal titolo “il terrore a quadretti, breve analisi di una cupa stagione”.

Da anni impegnata nel’organizzazione di eventi e cerimonie dedicati a questa importante ricorrenza ANED di Bologna, l’associazione nazionale degli ex deportati politici nei campi nazisti, il 26 gennaio ospiterà nella sua sede la mostra “Lo sterminio in Europa tra due guerre mondiali” e a partire dal 27 gennaio promuoverà altre iniziative volte alla valorizzazione dei testimoni di memoria. In occasione del settantesimo anniversario Aned presenterà inoltre il sito internet “ciportanovia.it”, una raccolta di 323 schede di deportati politici ed ebrei che vorrebbe dar voce alla storia e alla memoria delle vittime della repressione nazista e fascista tra il 1943 e il 1945.

L’organizzazione di queste iniziative non si pone l’illusione di scongiurare per il futuro qualsiasi tremendo tentativo di replica ma vuole essere un appello alla ragione e all’intelligenza dei cittadini affinchè conoscano la storia e abbiano strumenti di dialogo capaci di tenere lontano qualsiasi forma di negazione, di intolleranza e di odio. La formazione di questi “anticorpi” è fondamentale per poter interpretare un ruolo maturo e responsabile nella vita. Per questo motivo anche l‘Università di Bologna, che accoglie circa 84mila studenti  provenienti da 161 Paesi diversi, a partire dal 26 gennaio ha deciso di partecipare alla commemorazione delle vittime della Shoah con seminari, mostre, incontri e spettacoli.

Alice Benatti