Entra in vigore oggi la legge sul testamento biologico, che consente ai cittadini di presentare le DAT (Dichiarazioni Anticipate di Trattamento). L’associazione “Luca Coscioni” ha già raccolto 15mila dichiarazioni, vidimate da un notaio. Burocrazia, disinformazione e soprattutto obiezione di coscienza (non prevista dalla legge) sono gli ostacoli che il biotestamento dovrà fronteggiare.

Finalmente oggi, 31 gennaio, entra in vigore la legge sul testamento biologico, approvata lo scorso 14 dicembre in via definitiva. Le cittadine e i cittadini da oggi possono depositare presso notai, uffici comunali, ospedali o associazioni le proprie DAT, le Dichiarazioni Anticipate di Trattamento, nelle quali manifestano le proprie volontà sulle cure che vogliono o non vogliono ricevere.
Non solo: chi lo avesse già fatto attraverso i registri introdotti da alcuni Comuni prima dell’approvazione della legge, può considerare valido il documento firmato.

Sono oltre 180 i Comuni che si sono già organizzati per raccogliere le dichiarazioni dei cittadini, mentre molti altri stanno vivendo momenti di caos, perché non si sono dotati di un servizio per adempiere alla legge.
Nel frattempo sono più di 15mila le dichiarazioni, già raccolte in questi anni e vidimate da un notaio, dell’associazione “Luca Coscioni”, protagonista della battaglia per introdurre in Italia la legge, che ha visto come prima firmataria la deputata Donata Lenzi.

Proprio l’associazione Coscioni fa sapere che da oggi è mobilitata per garantire l’applicazione della legge e impedire che, con diverse modalità, possa venire boicottata.
Dalla disinformazione alla burocrazia, ma soprattutto l’obiezione di coscienza: questi possono essere gli ostacoli che possono rendere difficoltoso l’esercizio del diritto acquisito.
Del resto, la stessa ministra della Salute Beatrice Lorenzin non aveva aspettato molto tempo dopo l’approvazione definitiva della legge per affermare che avrebbe cercato il modo per garantire l’obiezione di coscienza.

L’obiezione di coscienza non è prevista dalla legge – chiarisce in modo fermo ai nostri microfoni Filomena Gallo, segretario dell’associazione Coscioni – L’obiezione è prevista per l’aborto e per la fecondazione assistita, ma non per il testamento biologico”.
Ciò perché la stessa legge specifica ciò che non può essere richiesto al medico, come ad esempio l’eutanasia o il suicidio assistito, dunque non c’è alcun motivo per obiettare.
Alcuni ospedali cattolici, però, hanno già fatto sapere di voler obiettare in blocco. “Se un medico obietta le strutture devono trovare un altro medico disponibile”, osserva Lenzi, che ha già annunciato la possibilità di denunciare gli ospedali inadempienti.

ASCOLTA L’INTERVISTA A FILOMENA GALLO: