L’annuncio di 600 assunzioni a tempo indeterminato dell’agenzia per il lavoro Adhr trova un’accoglienza gelida da parte della Cgil, che con la sua sigla degli atipici Nidil punta il dito in particolare contro “l’eccessiva pubblicità degli effetti del Jobs Act rispetto alla realtà”.

I titoli e i termini spesso distorgono la sostanza“. Inizia con queste parole il comunicato con il quale la sigla Nidil-Cgil prende posizione rispetto all’annuncio di 600 assunzioni a tempo indeterminato da parte di Adhr, agenzia per il lavoro che opera in tutta Italia ma che ha il suo quartier generale nel bolognese. Il riferimento del sindacato è a una “pubblicità e promozione degli effetti del Jobs Act esagerata rispetto alla realtà dei fatti. Non tanto il Jobs Act in quanto tale, ma la legge di stabilità 2015 prevede gli incentivi all’assunzione a tempo indeterminato fino a 8mila euro”, ribadisce ai nostri microfoni Andrea Fabbri Cossarini, segretario Nidil. Innanzitutto, spiega la Cgil, l’annuncio di 600 assunzioni era “non inaspettato”, e in secondo luogo per i reclutamenti che Adhr intende fare “il riferimento normativo deve restare il contratto nazionale di lavoro ed il sistema delle tutele dello Statuto dei lavoratori“.

La Cgil, insomma, non si lascia andare a facili entusiasmi, e si domanda quante siano le nuove assunzioni effettive e quante le trasformazioni. “Se ho un certo numero di lavoratori a tempo determinato e li avvio a tempo indeterminato – ragiona Cossarini – certamente per il lavoratore è meglio, ma a noi piacerebbe pensare a nuovi posti di lavoro per poter parlare di ripresa e di effetti positivi. Non possiamo dimenticarci che a Bologna con la crisi abbiamo perso 30mila posti di lavoro”. In altre parole, “il miglioramento di una posizione di lavoro è indubbiamente un fatto positivo, ma non si può sbandierare come un aumento dell’occupazione in quanto tale, e men che meno come un effetto del Jobs Act“.

Al di là dei rilievi rispetto agli annunci fatti, la Cgil spiega come “il riferimento e l’impianto di tale forma di assunzione resta il contratto nazionale che prevede per i lavoratori a tempo indeterminato l’indennità di disponibilità di 750 euro mensili e procedure di confronto in mancanza di occasioni di lavoro, nonché l’attuazione preventiva di percorsi formativi e di ricollocazione“. Sono questi i punti su cui la Nidil incalzerà la direzione di Adhr, con cui ha già richiesto un incontro. Il sindacato ribadisce poi la natura del tutto particolare dei contratti di somministrazione che riguardano questi lavoratori: “è un contratto precario – sottolinea Cossarini – sono lavoratori che anche con un contratto a tempo indeterminato hanno disagi superiori rispetto ad altri, essendo lavoratori a chiamata”.