A pochi giorni dall’avvio della discussione in Consiglio, i promotori e vincitori del referendum contro i finanziamenti alle materne private chiedono che la volontà dei cittadini venga rispettata. E organizzano una veglia con statue umane.

Per ora possono contare solo sull’appoggio di Sel, M5S e Gruppo Misto, che giusto ieri hanno lanciato la proposta di dimezzare il contributo comunale alle materne private per il 2014, per poi ridurlo gradualmente fino all’azzeramento.
Eppure i referendari di Articolo 33 non demordono, forti del responso delle urne e intenzionati a mettere il Consiglio comunale tutto, e in particolare il Pd, davanti alle proprie responsabilità.

Le richieste sono semplici: il Comune deve ascoltare i cittadini che si sono espressi col voto e cancellare il finanziamento alle paritarie private.
Per farlo, Articolo 33 non disdegna la proposta del calo progressivo, ma sottolinea che il punto centrale, come previsto da Statuto, è che il Consiglio deve esprimersi sull’oggetto del referendum, quindi il finanziamento.
No quindi a discussioni sui criteri del contributo o altri temi che tentino di svicolare dalla questione. “Lo riterremmo inadempiente”, precisa con fermezza Bruno Moretto di Articolo 33.

Allo stesso modo, i referendari ritengono più appropriato l’approvazione di una delibera rispetto ad un ordine del giorno, come invece secondo indiscrezioni vorrebbe presentare il Pd.
In ogni caso, l’eventualità che il responso delle urne non venisse accolto per Articolo 33 costituirebbe un fatto grave. “Si aprirebbe un serio problema di democrazia”, afferma Katia Zanotti.

Per “preparare” la discussione consigliare, il comitato ha organizzato una veglia-staffetta che prenderà il via domani alle 13 e terminerà lunedì alle 13, all’avvio dei lavori in Aula.
“Saremo statue umane – spiega Zanotti – che non parleranno, ma stazioneranno con un cartello (vedi foto ndr) davanti alle finestre dei consiglieri in piazza Nettuno”.
Finora all’iniziativa hanno già aderito una settantina di cittadini che chiedono al Comune di rispettare la loro volontà.