Alla decima edizione il festival si ripropone e si rinnova, riportando in città cinema, arte e musica della cultura LGBT e del nostro corpo. Perché se la bellezza è rivoluzione anche la sessualità lo sarà, matematicamente.

Gender Bender capitolo X riparte questo fine settimana invitando tutti, anche lo stesso festival, all’Evoluzione: o ci si evolve o ci si estingue. In tempi di crisi e con la profezia Maya che ci alita sul collo non ci sono molte alternative: non sono le specie più forti ad evolversi, ma quelle che hanno più ingegno e creatività, proprio quelle che si ripropongono.

Così si risponde alla crisi, con l’apertura alle innovazioni e la creatività di ogni “genere”, artistico o sessuale che sia. “Il corpo, la sessualità e il genere sono la cartina tornasole della società in cui viviamo” ci ha spiegato ai microfoni del Breakfast Club questa mattina Daniele Del Pozzo, direttore artistico del festival.

Ma i generi sono anche le declinazioni che l’arte può prendere: quindi la varietà delle arti e la varietà dei generi e dei corpi si uniranno per poter indirizzare la nostra società a un’evoluzione ingegnosa e all’avanguardia. Così si costruisce la propria identità, in un contesto sociale che lascia la libertà di scelta.

Un festival necessario perché in questo momento il nostro paese non è più all’avanguardia sulle conquiste civili, come negli anni 70. Quest’aria di involuzione, dovuta anche alla crisi, non stupisce ma non si può accettare la sua deriva conservatrice. Per questo Gender Bender ci riporta sull’onda dell’avanguardia artistica che tradizionalmente nei periodi di crisi ricorda alla società l’importanza dei diritti civili e della libertà d’espressione, sessuale e artistica.

Selene Cilluffo