Una portale web e un percorso per accogliere in casa propria un rifugiato. Con il progetto “Vesta” di Comune e coop Camelot anche le porte dei bolognesi potranno aprirsi a chi fugge da guerre e persecuzioni.

Finora era stato un esperimento in altre città italiane e, sotto le Due Torri, soltanto un’idea che faceva capolino di tanto in tanto nel dibattito pubblico sulla cosiddetta “emergenza immigrazione”.
Ora, invece, la possibilità di accogliere in casa un rifugiato diventa realtà anche a Bologna, grazie al progetto “Vesta” di Comune e coop Camelot.
Il nome è quello della dea romana del focolare, ma la struttura del progetto è decisamente moderna.

Attraverso un portale web  si potrà inviare la candidatura ad ospitare un rifugiato nella propria casa. Operatori specializzati nell’accoglienza, psicologi e assistenti sociali vaglieranno la domanda e, qualora accettata, gli ospitanti parteciperanno ad un corso di formazione, al termine del quale partirà l’ospitalità vera e propria.
Le famiglie saranno monitorate e assistite e riceveranno un contributo economico per le spese di ospitalità.

“Un nuovo pezzetto del sistema di accoglienza – spiega l’assessore al Welfare Amelia Frascaroli – nato dalla spinta dei cittadini stessi che hanno manifestato la volontà di esprimere solidarietà concreta”.
Sono una quindicina le famiglie che finora si sono dette pronte ad accogliere un rifugiato, ma per Carlos De Los Rios, direttore della cooperativa Camelot, l’obiettivo è arrivare almeno a 40-50 famiglie.

Il progetto mira a coinvolgere principalmente rifugiati neomaggiorenni, una categoria in aumento e particolarmente fragile perché esce da progetti protetti per minori e si trova ad affrontare la vita adulta lontano dalla propria famiglia.
Il progetto Vesta si occuperà inoltre di incentivare la socialità e la creazione di legami nella comunità, per rendere efficace l’integrazione.

Frascaroli, infine, riferisce che l’accoglienza a Bologna funziona e che l’aumento dei flussi – 700 persone attese a Bologna secondo i dati – non spaventa l’Amministrazione.
“Sappiamo che con l’arrivo della bella stagione e con la chiusura di altri ponti per l’accesso all’Europa aumentano gli arrivi – osserva l’assessore – ma anche durante l’inverno, all’ex Cie di via Mattei, non sono mai terminati gli arrivi”.