Anche a Bologna nasce “Potere al Popolo”, la lista che rompe col centrosinistra per “dare rappresentanza al Paese reale”. Contro Ue, Nato e politiche come Jobs Act e legge Fornero, la formazione punta a giovani, disoccupati, false partite iva e astenuti di qualunque schieramento. L’obiettivo è parlare al popolo del 4 dicembre. Domani l’assemblea a Venti Pietre.

Anche a Bologna nasce “Potere al Popolo“, una formazione politica nata su impulso dell’Ex Opg “Je so pazzo” di Napoli, seguita al fallimento dell’assemblea dell’estate scorsa al Brancaccio.
Domani sera, alle 19.00 alla casa del popolo Venti Pietre, si terrà la prima assemblea cittadina, che avrà lo scopo di radicare anche sul territorio bolognese questa nuova realtà.
A farne parte, per ora, sono soggetti della sinistra radicale, da Rifondazione ad Eurostop, dal Pci a Noi Restiamo, ma i promotori sono convinti che presto la base sociale si allargherà.

Potere al Popolo si pone in discontinuità col centrosinistra e lo accusa di avere portato avanti politiche neoliberiste che lo assimilano al centrodestra, dal Jobs Act alla legge Fornero, passando per il Fiscal Compact.
Lo scarto della nuova formazione, che punta alle elezioni politiche del 2018, passa per l’opposizione alla Ue e alla Nato, veri decisori politici, e per aver accettato la sfida, come recita lo slogan, di porsi in un modo nuovo, che non segua le dinamiche e le retoriche, tra cui quella del voto utile, che hanno caratterizzato la tradizione politica italiana negli ultimi decenni.

Anche verso “Liberi e Uguali“, la formazione composta da Mdp, Si e Possibile capeggiata da Pietro Grasso, Potere al Popolo si pone in modo critico. Non tanto per l’età dei leader che la compongono, quanto per la loro storia politica.
L’età, in realtà, è una questione centrale per Potere al Popolo perché, come dicono gli stessi organizzatori, la lista abbassa l’età media di chi partecipa alla vita politica.
Di qui l’elettorato a cui si rivolge: giovani, lavoratrici e lavoratori, disoccupati, false partite iva, astenuti e tutto quel mondo che, in questi anni, è completamente sparito dalla rappresentanza politica e che meritano invece protagonismo.

Potere al Popolo rivendica il successo del “no” al referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 ed è un po’ quello il bacino in cui conta di pescare. Anche travalicando gli schieramenti.
“Sappiamo che una parte di quel popolo vota M5S o Lega – spiega Simone Gimona, segretario di Rifondazione comunista a Bologna – anche con loro vogliamo parlare”.

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