Nella Giornata Mondiale per la Salute e la Sicurezza sul lavoro, Afeva lancia l’allarme: “Più i morti d’amianto che gli infortuni”. Si parla di 4mila vittime all’anno. Ma dopo il clamore della sentenza Eternit nulla è cambiato: “Il Piano Amianto del governo è chiuso in un cassetto da due anni per questioni economiche”. Tempi lunghi per le mappature, lunghissimi per le bonifiche.

Ogni anno in Italia muoiono 4mila persone per malattie asbesto correlate, con oltre 15mila casi di mesotelioma maligno diagnosticato dal 1993 al 2008 secondo i dati del Registro Nazionale Mesotelioma di Inail.
Sono gli effetti dell’amianto, la cui fibra, se inalata, può sviluppare il tumore dei polmoni, anche a molti anni di distanza dall’esposizione.
Sebbene siano passati 22 anni dalla messa al bando dell’amianto, si registrano grandissimi ritardi sia nella mappatura della presenza sui territori della sostanza, sia sulla bonifica della stessa.

Secondo il dossier di Legambiente “Liberi dall’amianto“, di questo passo serviranno 85 anni per completare la dismissione di tutto l’amianto sulla Penisola. Le stime per difetto del Cnr-Inail parlano di ben 32 milioni di tonnellate e il Programma nazionale di bonifica del Ministero dell’Ambiente conta 75mila ettari di territorio in cui è accertata la presenza di materiale in cemento amianto. I Piani Regionali Amianto dovevano essere redatti entro 180 giorni dalla legge 257 ma a oggi sei regioni non li hanno ancora approvati. Non va meglio per il censimento, realizzato (in modo disomogeneo) solo in 10 regioni.

Se latitanti sono molte regioni, non va meglio per lo Stato. Dopo la sentenza Eternit del 19 novembre scorso, che ha assolto per prescrizione gli imputati, tanta era stata la commozione e gli impegni presi da esponenti delle istituzioni, ma poco o nulla è stato fatto.
Il Piano Nazionale Amianto è a marcire da due anni nei cassetti del governo – denuncia ai nostri microfoni Andrea Caselli, presidente di Afeva (Associazione Famigliari e Vittime dell’Amianto dell’Emilia Romagna) – e le ragioni sono di bilancio, economiche“.

Nella nostra regione sono diverse le iniziative messe in campo per accendere i riflettori sul problema. Nella mattinata di oggi a Rubiera, sede di uno stabilimento Eternit in provincia di Reggio Emilia e Comune virtuoso nel contrasto all’amianto, si terrà il convegno “Liberi dall’amianto”, allo scopo di stimolare gli Enti Locali ad intervenire. A Bologna, invece, si terrà un presidio e un corteo degli operai delle Officine Grandi Riparazioni, particolarmente colpite dalle malattie connesse alla fibra, che concentreranno le loro rivendicazioni sotto la sede Inail, per il riconoscimento delle malattie professionali, e concluderanno la manifestazione in piazza Nettuno. La giornata si concluderà, invece, con la presentazione del libro “Amianto, una storia operaia” di Alberto Prunetti.

“Nonostante quello dell’amianto sia un problema concreto per la salute pubblica – lamenta Caselli – il governo preferisce dare priorità a provvedimenti, come il Jobs Act, che creano disagio ai lavoratori”.
Molto più incerte, invece, le misure per la bonifica sul territorio.
Il Comune di Bologna, ad esempio, lo scorso novemebre ha presentato un piano i cui tempi si protraggono fino al 2028. “Noi siamo molto molto contenti che un’Amministrazione pubblica si doti di un piano – precisa il presidente di Afeva – ma già in sede di istruttoria pubblica sottolineammo che i tempi dovrebbero essere accelerati, trovando anche risorse umane che si occupino del problema”.