L’assoluzione dei tre ex dirigenti nel processo d’appello per gli operai morti d’amianto all’Officina Grandi Riparazioni crea sdegno nei famigliari delle vittime. “I dirigenti non potevano non sapere, andremo in Cassazione”.

Il dolore dei familiari degli operai dell’Officina Grandi Riparazioni, morti a causa dell’amianto, è tornato ad acuirsi. La motivazione sta tutta nella sentenza di appello del Tribunale di Bologna che ha assolto in secondo grado tre ex dirigenti dell’azienda delle Ferrovie dello Stato.
“Il fatto non sussiste” la formula di assoluzione nel processo per omicidio colposo, che in primo grado, invece, vedeva i tre condannati ad un anno di carcere.

La vicenda ha origine tra la fine degli anni ’70 fino alla metà degli anni ’80, quando gli operai lavorarono a contatto con i rivestimenti dei treni in amianto, sostanza messa al bando perché responsabile del mesotelioma pleurico, un tumore dei polmoni. 12 di loro morirono.
La malattia è particolarmente insidiosa perché può essere contratta inalando anche una semplice fibra di amianto e può svilupparsi anche molti anni dopo.

L’accusa sosteneva che i dirigenti di allora sapevano della pericolosità della sostanza, ma sono dopo la metà degli anni ’80 introdussero misure di sicurezza adeguate. I lavoratori dell’Ogr denunciarono il problema, ma i dirigenti delle Ferrovie cercarono in tutti i modi di mettere a tacere la vicenda, sostenendo che i tumori erano favoriti dal tabagismo dei lavoratori o sindacando sulla quantità di fibre inalate.

“Questa sentenza è una vergogna”, commenta basita Noella Bardolesi, che ha visto spegnersi nel 2009 suo marito Loriano proprio per mesotelioma pleurico. La vedova sul tema ha anche scritto un libro, effetuando ricerche e raccontando la storia di suo marito e dei colleghi che hanno contratto la malattia.
“Come si può sostenere – si domanda Bordolesi – che il fatto non sussiste? I dirigenti non potevano non sapere e non hanno fatto nulla per molto tempo”.
La vedova annuncia infine che non finirà qui e spera di ricorrere in Cassazione insieme agli altri familiari delle vittime.