Una donna morta e 57 sfollati, un ponte crollato e interi Comuni isolati. È la situazione nel cagliaritano che inaugura tristemente il solito copione autunnale nell’Italia del dissesto idrogeologico. Da anni promesse di investimenti, ma nessun atto concreto significativo. Legambiente presenta 30 proposte per l’ambiente da inserire la Legge di Bilancio.

Una donna morta e 57 sfollati. È questo il bilancio provvisorio del maltempo che ha colpito la Sardegna, dove nel cagliaritano ieri è crollato un ponte sulla statale 195. Il picco massimo di precipitazioni, secondo il bollettino della Protezione Civile, è stato registrato nella zona di Santa Lucia di Capoterra: 353 millimetri di pioggia caduta negli ultimi giorni.
“Molti Comuni sono isolati, Capoterra in primis, una cittadina di oltre 20mila abitanti – racconta ai nostri microfoni Stefano Deliperi del Gruppo d’intervento giuridico onlus – La statale è interrotta, quindi tutta l’area del basso Sulcis, che è la costa sudoccidentale della Sardegna, è costretta a muoversi sulla viabilità secondaria, che comporta allungare i tragitti anche di centinaia di chilometri”.

Le alluvioni, come ricorda Deliperi, non sono una novità in Sardegna. Appena 5 anni fa, questa volta nella provincia di Olbia, morirono 19 persone. Le esondazioni e le alluvioni, però, ci sono state sia prima che dopo.
“L’80% dei Comuni sardi è a rischio frane e alluvioni, con oltre 613 kmq interessati – osserva l’ambientalista – Il problema di fondo è che dal Dopoguerra in poi una sempre più accentuata antropizzazione del territorio, da un lato, e l’abbandono del territorio, soprattutto nelle zone montane, dall’altro, ha portato a interventi sempre più pesanti, come la canalizzazione e la tombatura dei fiumi o la deforestazione dei crinali, hanno portato ad un aumento del rischio”. Ed è per questo che l’associazione ambientalista parla di “disastri innaturali“, poiché facilitati dall’uomo.

Da tempo il Gruppo d’Intervento Giuridico chiede un piano di risanamento ambientale e idrogeologico che, oltre alla messa in sicurezza del territorio, potrebbe creare posti di lavoro in una regione, come la Sardegna, dove il problema occupazionale è altissimo.
Su questo versante, però, poco o nulla è stato fatto. “Il Governo Renzi, tre anni fa, affermava di voler voltare pagina con il nuovo programma nazionale Italia sicura – rileva Deliperi – Il successivo Governo Gentiloni non pare che abbia fatto seguire molti fatti. L’attuale Governo Conte non ha messo nemmeno tre righe in proposito nella Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza 2018“.

ASCOLTA L’INTERVISTA A STEFANO DELIPERI:

Ormai è una regola: ogni autunno, in Italia, una frana, un alluvione o qualche altro fenomeno connesso al dissesto idrogeologico crea danni e vittime. E ogni anno, nel nostro Paese, il dibattito si incentra su un necessario piano di intervento, a cui però non seguono mai misure e soprattutto risorse economiche sufficienti da parte del governo nazionale.
È una sorta di loop, talora con vittime e altre volte “solo” con danni, che è destinato a peggiorare con l’aumentare dell’intensità e della violenza dei fenomeni atmosferici dovute al cambiamento climatico.

Per sfatare il luogo comune che non ci siano le risorse per l’ambiente, Legambiente nei giorni scorsi ha presentato un documento in 30 punti con cui indica misure che si potrebbero inserire nella Legge di Bilancio. Gli interventi previsti sono a saldo zero, cioè non comportano un esborso per lo Stato. Le risorse, secondo il piano di Legambiente, verrebbero ricavate aumentando o in taluni casi introducendo una tassazione per coloro che sfruttano le risorse ambientali, ma che fino ad oggi hanno pagato royalties ridicole: dall’aumento degli oneri per le concessioni per le fonti idriche a quello per la ricerca degli idrocarburi. Accanto a questo, come spiega ai nostri microfoni Edoardo Zanchini, vicepresidente nazionale di Legambiente, un riassetto della fiscalità generale in favore di chi adotta comportamenti più sostenibili e virtuosi.

ASCOLTA L’INTERVISTA AD EDOARDO ZANCHINI: