Gli attivisti dei comitati per l’acqua pubblica hanno dato vita ad un presidio presso lo sportello Hera di via Berti Pichat per consegnare reclami contro la mancata applicazione dei referendum.

Il comitato “Acqua bene comune” non demorde. Dopo il ricorso presentato al Tar contro Ato per la mancata applicazione del risultato referendario contenuta nella delibera del 22 dicembre, che dava il via libera ad aumenti in bolletta, questa mattina è andata in scena una nuova puntata della battaglia dei difensori dell’acqua pubblica.

Alle 10.30 gli attivisti che partecipano alla campagna di “Obbedienza Civile” si sono dati appuntamento presso lo sportello Hera di viale Berti Pichat, per la consegna dei reclami per la mancata eliminazione dalle bollette dell’acqua della remunerazione del capitale, quella voce che corrisponde al profitto dei soci e che il referendum di giugno ha cancellato. Si tratta di un centinaio di reclami (c’è anche qualche interno condominio) riguardanti 400 famiglie.

La campagna di “Obbedienza civile” è nata proprio per stimolare l’applicazione del responso delle urne di cui, ancora oggi, non si vede traccia. Tra le diverse iniziative prevede l’autoriduzione delle bollette dell’acqua per la voce che corrisponde proprio alla remunerazione del capitale, il 20% dell’importo totale secondo il calcolo dei comitati.

Hera e le Amministrazioni, dal canto loro, hanno giocato allo scaricabarile, sostenendo di avere le mani legate e non poter procedere alla cancellazione dei dividenti per i soci fin tanto che il governo non emanerà una legge quadro.
Tesi che ai referendari non va giù, dal momento che la Corte costituzionale, interpellata per l’ammissibilità dei referendum, ha espressamente affermato che la misura avrebbe dovuto diventare operativa da subito.

“Il prossimo passo – spiega Andrea Caselli, portavoce regionale del comitato “Acqua bene comune” – sarà l’autoriduzione della bolletta”.
L’attivista si spinge poi in una considerazione amara: “Noi adesso siamo impegnati in questa campagna, ma preferiremmo discutere di come migliorare le gestioni e difendere la risorsa idrica. La mancata applicazione del referendum ci costringe a dedicare tempo a questa battaglia”.