Raggiunto l’accordo con il governo Assad per l’apertura di un corridoio umanitario per la martoriata cittadina di Homs. Resta da valutare l’effettiva realizzazione, mentre si affacciano ulteriori problemi: il ritorno dei bambini soldato e le sempre più nette divisioni nel paese.

Homs: c’è l’ok per l’evacuazione

“Più che importante è un accordo necessario” dice Raffaele Salinari, presidente di Terre des Hommes, che sottolinea: “Accordo necessario e che non dovrebbe essere considerato eccezionale se vigessero ancora le leggi del diritto internazionale, le convenzioni di Ginevra”. Il riferimento è all’accordo delle Nazioni Unite con il governo di Assad, per evacuare i civili dalla città siriana di Homs.

Molto importante sarà vigilare sull’effettiva agibilità del corridoio. “I corridoi umanitari possono essere più o meno stretti, – spiega ancora Salinari, – è importante vedere quanto si riuscirà ad andare all’interno dei campi di rifugiati, nella città per prendere le persone, quanti e quali aiuti umanitari si potranno portare”.

Altro problema è la recrudescenza del fenomeno dei bambini soldato: “Questo rappresenta un doppio problema umanitario. Da una parte aiutare questi bambini a essere bambini, dall’altra immediatamenta stroncare la possibilità che tra le milizie regolari ci siano dei minori”.

Ma la Siria presenta una situazione critica ormai anche dal punto di vista dell’unità territoriale. Il parallelo è con la storia della Ex-Iugoslavia. “E’ abbastanza chiaro che da questo quadro potrebbero uscire almeno tre Sirie: da una parte c’è la Siria sotto il comando di Assad con i suoi alleati Russia e Iran; dall’altra un segmento che sarà conteso tra le petromonarchie del Golfo, gli Stati Uniti e la Francia contro gli Jihadisti, in una situazione di guerra civile totalmente ingestibile, come è stato ampiamente dimostrato in Libia. Una terza Siria possibile, se non di nome de facto, è quella che andrà a far parte del Kurdistan, che potrebbe diventare se non un’unità geografica almeno un’unità dal punto di vista etnico, amministrativo e commerciale”.

“Appena la politica estera statunitense ma anche di una parte dell’Europa liberista mette la mano su una nazione – conclude Salinari – non fa altro che trasformarla in un contenitore dove si possono fare gli affari più sporchi”.