Per la “riorganizzazione del software” le ferrovie non mettono più a disposizione l’abbonamento per il trasporto della bicicletta sul treno. I costi schizzerebbero da 120 a più di 1000 euro all’anno. In 8 giorni la petizione della “cicloferropendolare” ottiene 50mila firme. Salvaiciclisti: “Condizioni diverse da regione a regione, occorre uniformare il servizio e garantirlo in tutta Italia”.

Da 120 euro all’anno a oltre 1000, ovvero la somma del biglietto giornaliero da 3,5 euro. Questo sarebbe costretto a pagare un pendolare che volesse trasportare la propria bici su un treno invece che dotarsi di una costosa bici pieghevole o di due biciclette nelle stazioni di arrivo e di partenza.
È l’effetto della cancellazione dell’abbonamento per il servizio di trasporto delle due ruote, soppresso da Trenitalia ufficialmente a causa di un “aggiornamento del software”.
Una notizia che ha mandato su tutte le furie Sara Poluzzi, “cicloferropendolare” che poco prima della fine dell’anno ha lanciato l’allarme, scatenando la reazione di quanti usufruivano del servizio e lo ritenevano importante.

In appena 8 giorni, la petizione lanciata su Change.org (sottoscrivibile qui ) ha raggiunto 50mila firme, a testimonianza di quanto sia sentito il problema. Una risposta – secondo Simona Larghetti di Salvaiciclisti, associazione che ha subito appoggiato la battaglia di Sara – ai dubbi sollevati dalla stessa Trenitalia, che di fronte alle lamentele ha risposto che solo in quattro avevano protestato.
“La petizione – osserva Larghetti – non si pone solo l’obiettivo di risolvere il problema in Emilia Romagna, ma di garantire il servizio in modo uniforme su tutto il territorio nazionale, dal momento che in alcune regioni, come Marche e Puglia, il servizio è gratuito e in altre, come ora la nostra regione, non c’è nemmeno la possibilità di sottoscrivere un abbonamento”.

Per Salvaiciclisti il messaggio implicito di Trenitalia è che il servizio stesso potrebbe non essere garantito. “Questo ci amareggia molto – spiega Larghetti – perché vediamo che da molti anni l’impegno come quello di Fiab, che si è impegnata per l’accordo con le ferrovie, da solo non basta e per garantire il servizio occorre protestare e raccogliere firme, mentre in tutta Europa il servizio c’è ed è gratuito”.
E la politica, in particolare la Regione che ha competenze specifiche sul trasporto pubblico locale? “Per il momento c’è silenzio stampa”, commenta amara l’esponente di Salvaiciclisti.