I tanti fronti di guerra aperti e le nuove tensioni in Libia hanno già fatto aumentare i flussi migratori verso l’Italia. Dopo i 330 morti della settimana scorsa, sono duemila i migranti soccorsi solo ieri, 1200 dei quali affollano le strutture sull’isola. Save The Children torna a chiedere un impegno europeo per i salvataggi con la campagna #WhyAgain.

Lampedusa sta vivendo in questi giorni e in queste ore un copione che purtroppo già conosce a memoria. Attualmente nei centri accoglienza dell’isola, in seguito agli ultimi sbarchi, sono presenti 1200 migranti, di cui 200 sono minori, tra i quali ben 150 sono non accompagnati. A riferire ai nostri microfoni queste cifre è Giovanna Di Bendetto di Save The Children, organizzazione che a Lampedusa si occupa proprio dell’accoglienza e dell’assistenza dei più piccoli.

“I flussi sono in aumento già da diverso tempo – spiega Di Benedetto – a causa dei tanti fronti di conflitto, come Siria, Libia ed Iraq”. Per la cooperatrice è immaginabile anche che a causa della tensione crescente in Libia, causata dall’arrivo dell’Isis e dai bombardamenti egiziani, che si aggiungono alla già difficile situazione di guerra civile, ci potrebbe essere un aumento delle partenze verso il nostro Paese.
170mila sono i migranti approdati sulle coste italiane nel corso dell’anno scorso, 3000 gli arrivi registrati nel solo gennaio 2015.

Per questo Save The Children torna a chiedere che venga potenziato il sistema di salvataggi in mare, la cui assenza ha prodotto l’ennesima strage della settimana scorsa, dove hanno perso la vita 330 persone.
Sono duemila le persone arrivate sulle nostre coste solo nelle ultime ore, tra le quali non sono presenti cittadini libici. Ad arrivare sono soprattutto siriani, eritrei e cittadini dei Paesi subsahariani che fuggono da guerre e persecuzioni.

Il sistema dell’accoglienza si conferma inadeguato a gestire l’emergenza, al punto che la situazione sull’isola è ben presto tornata ad essere critica. “I minori dovrebbero restare nelle strutture solo pochi giorni – osserva Di Benedetto – ma vi restano anche mesi, in assenza di mediatori culturali”.
L’organizzazione sottolinea che, da sola, l’Italia non sarà in grado di gestire la situazione e chiede l’intervento dell’Europa. Dopo la strage della settimana scorsa, Save The Children ha lanciato un hashtag, #WhyAgain, per sollecitare quanti hanno ammesso che occorre un impegno maggiore ad essere conseguenti alle dichiarazioni.