Dopo la ribellione dei sindaci contro la legge Salvini, a Bologna la resistenza parte dalla società civile. Associazioni, sindacati e giuristi della rete Bologna Accoglie hanno elaborato un provvedimento con richieste tecniche e politiche precise rivolte al sindaco della Città Metropolitana Virginio Merola. Il 22 e 23 febbraio il sindaco di Riace Mimmo Lucano sarà in città.

I prossimi 22 e 23 febbraio anche a Bologna arriverà Mimmo Lucano, il sindaco di Riace diventato simbolo dell’accoglienza e della repressione politico-giudiziaria sovranista. Ad invitarlo è stata Bologna Accoglie, una rete di realtà della società civile, tra associazioni, sindacati e giuristi, che si è costituita lo scorso luglio per reagire al clima razzista e fascista che si sta diffondendo in Italia, incarnato dal vicepremier e ministro degli Interni Matteo Salvini.
Nell’attesa di Lucano, però, la rete non è rimasta con le mani in mano, ma ha elaborato un documento, che ha sottoposto al sindaco della Città Metropolitana, con cui avanza alcune richieste concrete per aggirare e disinnescare la legge Salvini su immigrazione e sicurezza.

In particolare le rivendicazioni hanno natura tecnica, ma anche politica. Si chiede infatti agli Enti Locali di garantire i diritti basilari dei richiedenti asilo e dei migranti, come quello della registrazione anagrafica, che la legge Salvini cancella. Il diritto alla residenza, stabilito da varie leggi, è quello a cui sono vincolati tutta una serie di altri diritti, a partire dall’accesso al Servizio Sanitario Nazionale, passando per la possibilità di trovare un lavoro, frequentare corsi di formazione, fino alla possibilità di aprire un conto corrente.
Strumenti di integrazione che la legge Salvini sottrae ai richiedenti asilo, in modo da poter dimostrare che in Italia c’è un’emergenza immigrazione e trarne consenso elettorale.

Un altro punto delle rivendicazioni di Bologna Accoglie riguarda le figure più fragili, i minori stranieri non accompagnati. La legge Zampa, approvata nella precedente legislatura, consentiva un percorso più lungo per la tutela di questa categoria, permettendo di restare nel sistema di accoglienza fino al completamento del percorso di studi, formazione e più in generale integrazione. La legge che porta il nome del vicepremier, invece, sembra mettere in discussione questo diritto, rischiando di mandare in strada a 18 anni e mezzo figure fragili, facile preda delle organizzazioni criminali.

Secco è il no, inoltre, alla possibilità di apertura di un Cpr nella nostra città. Dopo la battaglia per la chiusura del Cie, la struttura detentiva precedente ai centri per i rimpatrio, l’associazionismo bolognese dice chiaramente che non tollererà che sul territorio bolognese sorga un centro del genere.
“Ci sono poi due ulteriori elementi a cui teniamo – spiega ai nostri microfoni Anna Rosa Rossi della Cgil, che fa parte della rete Bologna Accoglie – Da un lato l’accoglienza delle persone espulse dai centri di accoglienza per effetto della cancellazione della protezione umanitaria, i cui effetti si manifesteranno anche a Bologna fra qualche mese, dall’altro la dignità e l’occupazione per i tanti operatori dei centri di accoglienza, che con la legge Salvini vengono svalutate e messe in pericolo, nonostante questi lavoratori abbiano, con passione e professionalità, svolto un lavoro eccellente in questi anni”.

Gli stessi operatori dei centri di accoglienza saranno invitati all’iniziativa con Lucano previsto prevista a fine febbraio, allo scopo di confrontare il “modello Riace” con quanto di virtuoso sia stato prodotto sotto le Due Torri.
“Il nostro obiettivo – aggiunge Rossi – è quello di allargare la nostra rete anche a livello nazionale, per creare una massa critica che si opponga alle politiche di questo governo”.
La rivolta dei sindaci di qualche giorno fa, a partire dal primo cittadino di Palermo Leoluca Orlando e da quello di Napoli Luigi De Magistris, non deve restare solo un’opposizione di principio, ma attraverso le competenze di tanti, giuristi ed amministratori in primis, deve costruire una vera e propria alternativa al disegno leghista.

ASCOLTA L’INTERVISTA AD ANNA ROSA ROSSI: