Analizzando il voto dei bolognesi alle elezioni regionali di ieri si scopre che, sotto le Due Torri, il Partito Democratico ha meno consenso di quanti si espressero a favore dell’abolizione dei finanziamenti comunali alle scuole private. 4mila i voti di scarto. Moretto (Articolo 33): “Eppure il referendum fu disatteso con la scusa della scarsa affluenza”.

Si torna a parlare del referendum sui finanziamenti alle scuole private

Nella città di Bologna, il 23 novembre 2014, sono 46.216 le persone che hanno scelto il Partito Democratico alle elezioni regionali. All’interno dello stesso identico bacino elettorale, il 26 maggio del 2013, furono 50.517 le persone che dissero sì alla scuola pubblica e no al finanziamenti alle scuole private. Più di 4mila voti di scarto a favore dei referendari, che danno il polso del consenso del Pd sotto le Due Torri, alla guida di Palazzo D’Accursio e fautore e sostenitore dei finanziamenti alle paritarie.
A fornire lo spunto per questa chiave di lettura dei risultati di ieri è stato il collettivo di scrittori Wu Ming, che in un tweet ha ricordato come la vittoria referendaria fu disattesa proprio con la scusa di una scarsa partecipazione.

La notte scorsa, una volta che il dato sul crollo dell’affluenza alle regionali in Emilia Romagna è diventato definitivo, sia il premier Matteo Renzi che il vincitore Stefano Bonaccini hanno tentato a loro modo di minimizzare. Il primo sostenendo convintamente la vittoria del partito sia in Emilia che in Calabria (“2-0” ha twittato Renzi); il secondo, più prudente, si è detto preoccupato del dato della partecipazione, ma ha anche affermato di sentirsi legittimato a governare per cinque anni la Regione.
In regione i votanti sono stati il 37,67% degli aventi diritto, contro il 68,06% delle precedenti regionali.

Nella sola città di Bologna le cose ieri sono andate leggermente meglio che nel resto dell’Emilia Romagna, con un’affluenza al 39,74%. Nel maggio del 2013, votando un’ora in meno rispetto a ieri e con appena 200 seggi contro i 450 che solitamente vengono allestiti, l’affluenza al referendum era stata del 28,75%.
“Dopo la vittoria, il Comune disse che al referendum aveva votato solo il 30% dei cittadini – commenta ai nostri microfoni Bruno Moretto del Comitato Articolo 33, estensore della consultazione – Ieri ho sentito dire a Bonaccini che le elezioni sono perfettamente valide e che il risultato c’è. Allora perché non c’è per il referendum, con numeri simili?”.

Per Moretto oggi c’è un problema di democrazia: “In regione il Pd ha perso 700mila voti. Il dramma è che perdono tutti e non c’è un’alternativa”.
Quel che per i referendari è chiaro, però, è che ieri i cittadini hanno lanciato un messaggio inequivocabile, una richiesta di cambiamento.
“Continuando a fare gli arroganti – osserva Moretto – continuando a non ascoltare ciò che dicono i cittadini quando si esprimono, poi la risposta è questa”.
Qualche speranza, però, per il mondo della scuola pubblica c’è: “Abbiamo visto venerdì scorso lo sciopero delle mense, dove la maggioranza dei genitori ha protestato e detto che così non va bene. È opportuno proseguire le iniziative e le mobilitazioni”.